Un romanzo in vapore. Da Firenze a Livorno-I misteri di Firenze

Un romanzo in vapore si colloca all’avanguardia della nuova tradizione letteraria nata con la ferrovia e che non farà che arricchirsi man mano che la tecnologia della locomozione a vapore si affermerà e che il treno diventerà una realtà sempre più importante nella vita quotidiana…”. “Quello che colpisce nel trentunenne Lorenzini dei Misteri di Firenze, edito a Firenze nel 1857, è l’abilità, la scioltezza, il brio, e soprattutto l’ironia, con i quali egli sa inanellare, o meglio incastrare l’un dentro l’altro, tutta una serie di variegati bozzetti che così finiscono per dispiegarsi come un vero e proprio tessuto romanzesco…”.

Nel capitolo XVII viene presentato un breve vademecum per il viaggiatore:
“3.Cercate di porre il vostro biglietto in una tasca sicura, per evitare il caso di smarrirlo, e trovarvi costretto a ripagare il prezzo di tutta la gita, con biglietto di prima classe (prepotenza che sa di Medioevo lontano un miglio).
4.Se non vi spinge necessità o veduta economica, preferite i treni ordinari ai così detti treni diretti: perché quantunque da Firenze a Livorno lo stradale non sia lunghissimo, nonostante la natura umana, è così caduca, così esigente e così avvezzata male, che difficilmente può stare due ore di seguito, senza domandarvi qualche servigio, o qualche piacere per forza.
– Se dovete partire con un treno diretto, prima di salire in vagone fate il vostro esame di coscienza, per vedere se v’occorre nulla. Accade che, durante la gita, si fanno sentire alle volte dei bisogni più imperiosi dei bisogni sociali e allora, credetelo a me, la gita di piacere diventa un sanguinoso epigramma”.

Interessante è anche la descrizione della classe da scegliere quando si viaggia in treno, che offre uno spaccato della situazione ferroviaria dell’Ottocento.

“Sulla scelta della Classe, in cui dovete entrare, consigliatevi col vostro porta-monete. Se amate stare in piedi, entrate in quarta classe, nuovo genere di supplizio inventato recentemente, a benefizio delle persone poco facoltose, dagli azionisti delle strade ferrate.
Se poi amate l’aria fresca, la durezza delle panche e i reumi di Cervello, entrate in un vagone di terza classe e sarete esaudito. Volendo salvare i rispetti umani e mettersi al coperto dalla sorpresa di una pioggia improvvisa o di un colpo di sole, la seconda classe è fatta apposta.
Se amate i comodi della vita, o se viaggiate per conto di qualche cliente, non c’è da esitare: la prima classe è quella che più conviene”.

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