I litigarelli Yorick-Carducci

Yorick era ammiratore del letterato e poeta, Giosuè Carducci, ma non
potè mai accettare il modo di manifestare le idee politiche di
Carducci, “attaccandolo” più volte e con vigore. Carducci da parte
sua, che sempre si era mostrato insofferente a ogni constrasto, ebbe
spesso a risentirsene in modo furente, con espressioni di olimpico
disprezzo. Yorick invece se ne rideva, contribuendo a irritarlo
ulteriormente.
La polemica generata dagli attacchi di Yorick aveva varcato molti
limiti: e aveva lasciato i due uomini in quello stato di latente
ostilità, per cui evitavano – facilmente del resto – l’occasione di
intontrarsi. Questi avevano un amico comune, che soffrì per molti anni
di questa “ruggine” fra i due amici, che amava di diverso affetto ma
forse uguale tenerezza e con pari rispetto.
Il Billi era il medico idale per i malati d’ingegno: li distraeva
quando erano immaginari. Se no, li curava sul serio.
Un bel giorno si mise in capo di riconciliarli, e preparò il suo piano.
In momenti diversi chiese ai due se serbavano rancore per l’altro ed
entrambi si dichiaravano d’essere in pace e verificò anche che non vi
fossero rimaste aperte questioni rimaste aperte fra i due. Il pericolo
consisteva in questo: se i due si incontravano, senza che fosse messa
una pietra sopra sulla questione principale, erano capacissimi di
dirsi a viso il fatto loro, VIOLANDO il rispetto dovuto
all’ospitalità.
Si assicurò anche che se si fossero per caso incontrati, non avrebbero
ricominciato a bisticciarsi, insomma che della questione non avrebbero
parlato più.
Avvenne così molti mesi dopo, che Carducci e Yorick furono invitati
entrambi a casa Billi, per una cena, che spesso capitava fra amci.
Carducci arrivò per primo. Quando sopraggiunse Yorick, i due… nemici
si inquadrarono, accorgendosi tutti e due nello stesso tempo del
tranello… e si strinsero la mano.
Il Carducci, si sa, beveva vino; Yorick beveva acqua. La cosa poteva
non avere nessuna importanza, ma ne aveva, perchè risollevava
automaticamente una delle  ragioni di polemca e della sua asprezza,
essendo proprio il vino, o diciamo, quel po’ di vino che usava
talvolta il poeta, uno dei punti della polemica! Il punto veramente
era più… debole che nero, ma la fraccia del giornalista aveva ferito
più che toccato! Il Caducci ignorava che Yorick fosse astemio, e si
rannuvolò, chi sa? forse sospettando che glielo facesse apposta di
bevergli acqua.
Vedendo l’ombra l’invitante propose un argomento di conversazione che
aveva preparato per il momento opportuno, ma vi si raccomandò subito:
Dante!
Yorick si mise a sbertucciare questoe quello dei commentatori di
Dante. Il Carducci mangiava, beveva e taceva.
Nessuno sapeva che il giornalista, oltre conoscere la commedia quasi
completamente a memoria, aveva familiarità con tutti i commentatori,
che citava senza errori. Senza errori… e senza benevolenza!

Egli soleva dire che la gloria del divino poeta si manifestava
purissima in questo fatto: che l’opera sua aveva resistito ai
commentatori! A quelli che avevano voluto fargli dire una quantità di
cose che no aveva pensate: che avevano scritto volumi su volumi a
proposito d’un verso, senza riuscire a distruggerne la chiarezza nè ad
offuscarne l’umanità!

Il Carducci … si accorse dopo un po’, di ascoltare qualcuno che
parlava di Dante, senza esserne nè urtato, nè seccato, tanto era il
garbo al quale Yorick aveva tenuto il discorso nei limiti della
dottina senza essere nè pedante nè volgare nè importuno. (E, raccontava
Yorick, non era facile metter d’accordo la poesia dantesca con le
patatine fritte senza che o Dante o le patatine non paressero fuori di
posto!).
Il Cadrucci si era rasserenato, e porse le proprie scuse a Yorick.
– Scusi? – fece pronto Yorick – per carità! Non è un parola, codesta,
che Lei debba dire a me. –

Testo tratto e riassunto dal libro “Uomini e fatti d’italia” compilato dai figli del Ferrigni con opere postume su Yorick

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