Pinocchio e Giannettino

In linea di massima, tutti i testi Collodiani diretti al mondo dell’infanzia, hanno lo scopo di far assaggiare, tra le righe, ai bambini, l’intelligente libertà di un mondo e una famiglia laica. Pinocchio seppur definito figlio di Collodi, non è di certo il suo unigenito, tantomeno primogenito, questo titolo spetta a Giannettino. Questi due fratellini figli della carta e della penna dello stesso uomo hanno in comune molto più di quanto non si pensi:
– entrambi sono svogliati e sognano un mondo fatto tutto di giovedì e domeniche, per non andare mai a scuola
– anche Giannettino viene trasfigurato in asino
– entrambi subiscono un’estrema umiliazione che li porta al ravvedimento
– entrambi subiscono inizialmente le influenze malefiche dei cattivi compagni
– entrambi mostrano ai cattivi compagni le loro ricchezze, attivandoli a sottrargli il danaro con l’imbroglio
– entrambi sono costretti a pagare la cena
– entrambi vengono ingiustamente arrestati
– entrambi vogliono diventare “un ragazzino per bene”
“A mano a mano che Giannettino, un passo dietro l’altro, si avvicinava sempre di più, a quella testa di cavallo cresceva, cresceva, cresceva… e insieme colla testa, disgraziatamente, crescevano anche gli orecchi.
E gli orecchi, a furia di crescere, crebbero finalmente tanto, che quando Giannettino si trovò alla distanza di pochi passi, dovette persuadersi che quella testa di cavallo non era una testa di cavallo, ma una bellissima testa di somaro.
E dentro la testa e lungo la testa c’era scritto con diversi caratteri: Giannettino! Giannettino! Giannettino!”[1]


[1]             Giannettino pag. 60-61

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*