Macchiette

Incipit: “Io l’ho conosciuto, come conosco voi. Era un caro giovinetto, su i diciassette anni, dai capelli biondi come l’oro e dalla pelle delicata e quasi trasparente, come la foglia della camelia. Al solo vederlo, ti tornavano alla memoria quei graziosi paggi della Corte di Francia, che aveva la cipria su i capelli, il fiocco di raso alle scarpe e la romanza d’amore sulle labbra. Figlio unico di ricchi ma onesti genitori, era entrato nella nostra valle di lacrima per un sentiero tutto rallegrato di luce, di sorrisi e di fiori.”

Libro composto di più raccontini: un giovane che ha difficoltà con l’amata a causa del proprio nome: Prosdocimo; un barone decaduto che vive sulle spalle dei propri amici; una giovane donna che prova una profonda antipatia per il cugino di una sua cara amica; il risveglio traumatico dopo una solenne sbronza; un misterioso marchese che scrive versi d’amore a una donna sposata e in lei tutte le signore del rione si rivedono; una rispettata, solo di prim’acchito, e integerrima camiciaia narrata in una normale mattinata di lavoro; due giovani innamorati tutto cuore e soffitta.

Uno scritto garbato come non se ne scrivono più, dove Collodi usa un’ironia elegante con raffinati giochi di parole e con il sovente utilizzo di espressioni e curiosi modi di dire che appartengono alla lingua fiorentina. Le novelle, prevalentemente di una ventina di pagine, sono tutte gustose e divertenti e si lasciano leggere con vivido piacere offrendo al lettore momenti sarcastici e divertenti. Le situazioni che troviamo in queste pagine il più delle volte risultano poco credibili: infatti lo scrittore-giornalista ingigantisce le vicende per renderle più divertenti, basta fare l’esempio della comparsa del personaggio “uomo-colla”, vera sciagura per chi se lo incontra per strada. I personaggi sono tratteggiati con piglio comico, paradossale e tendente all’assurdo. C

ollodi (grande e dimenticato, nonostante il successo mondiale de Le avventure di Pinocchio, scrittore della letteratura italiana) si dimostra un attento osservatore del costume e anticipa il giornalismo di costume che tanto successo riscontrerà nell’imminente ‘900. Da segnalare che questa raccolta di novelle alla sua uscita ricevette grosse critiche nonostante l’autore fosse uno stimato giornalista.

 

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